Monica Vitti e la fake news del suo ricovero in Svizzera: ecco dov’era veramente

Oggi si è spenta Monica Vitti, ma la sua carriera l’ha resa immortale. I suoi successi, i suoi tantissimi film, i premi e i riconoscimenti ottenuti non verranno mai dimenticati. Su di lei negli ultimi anni è stato detto di tutto, ma ecco la verità.

Erano gli anni ’50 quando Maria Luisa Ceciarelli, questo il suo vero nome, irrompeva sulle scene prima teatrali e poi cinematografiche italiane. Bellissima e di immenso talento, non ci mise molto a fare breccia nel cuore di registi, attori e, perché no, tutti gli italiani.

Monica Vitti morta - Political24
Monica Vitti – Political24

Monica Vitti, a partire dal momento in cui venne notata la sua ‘bella nuca’, di premi ne ha ricevuti tantissimi: cinque David di Donatello come migliore attrice protagonista, tre Nastri d’argento, dodici Globi d’oro (di cui due alla carriera), un Ciak d’oro alla carriera, un Leone d’oro alla carriera a Venezia, un Orso d’argento alla Berlinale, una Concha de Plata a San Sebastián e una candidatura al premio BAFTA. Ma forse il riconoscimento più bello è e sarà sempre essere ricordata come un’icona del cinema italiano.

Monica Vitti, dalla carriera immortale alla fake news sul ricovero in Svizzera

Monica Vitti sapeva vestire qualunque abito: quello della donna ironica, enigmatica, sensuale, intellettuale, malinconica, borghese, popolana. La sua bravura ed il suo fascino le permisero di entrare sul set – e poi nel cuore – di Michelangelo Antonioni. Erano gli anni ’60 e lui la vide recitare sul palco Feydeau e la chiamò per doppiare la benzinaia Dorian Gray ne Il grido con quella sua inconfondibile voce roca.

Quello per Monica Vitti fu solo l’inizio di una grande carriera: indimenticabili i suoi film con Alberto Sordi. La loro liaison – prettamente professionale, si intende – ebbe inizio nel lontano 1964, che oggi sembra vicinissimo. La Vitti ebbe una parte nel film a puntate Il disco volante e da lì i due continuarono a condividere set su set fino alla fine degli anni ’70.

Monica Vitti, regina dell’incomunicabilità, da cui nacque l’intramontabile ‘tetralogia dell’alienazione’, ha fatto giusto in tempo a compiere 90 anni (lo scorso 3 novembre) per poi spegnersi. Oggi non c’è più, ma resterà sempre comunque la donna a cui ispirarsi, a cui ambire, da idolatrare.

Ecco dov’era veramente

Sulla salute di Monica Vitti si è detto di tutto: fino a poco fa, si vociferava che si trovasse in una clinica svizzera. Ma ci pensò il suo amato marito Roberto Russo a smentire la notizia, rassicurando tutti, dicendo che la moglie si trovava a Roma, nella loro casa, assistita h 24 da lui e da una badante. Sappiamo che da qualche anno era stata colta da una malattia degenerativa e questo l’aveva allontanata dalle scene.

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L’ultima sua apparizione pubblica risale al 2002, precisamente alla prima teatrale italiana di Notre – Dame de Paris. Pochi anni prima, nel 2000, aveva parte ai festeggiamenti per gli ottant’anni di Alberto Sordi ed insieme ad altri colleghi aveva festeggiato la sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico per la consegna dei Globi d’oro a Cinecittà e celebrato nella basilica di San Pietro in Vaticano, il Giubileo. Poi di lei pochissime notizie fino ad oggi, il giorno in cui Walter Veltroni, su richiesta del marito di Monica Vitti, si è trovato ad annunciare questa bruttissima notizia “con dolore, affetto, rimpianto”.

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