Rissa social tra Pio e Amedeo e Fedez sulla questione Rai: ma da che parte stare

Quanto è importante l’uso del linguaggio in Rai? E quanto è opportuno censurare determinati contenuti? Ma, soprattutto, esiste davvero una censura nell’azienda televisiva pubblica? La questione è tornata in auge in questi giorni. E noi cerchiamo di capirne di più.

Pio e Amedeo Fedez censura Political24
Il duo Pio e Amedeo e Fedez – Political24

 

Le parole sono così potenti da poter determinare il cambiamento. Nel bene o nel male. E, pertanto, pretendere che siano usate in modo opportuno, soprattutto se si tratta della Rai, è una pretesa più che corretta da parte del pubblico. Ma questo cosa c’entra con la censura e con la polemica di questi giorni tra Fedez e il duo Pio e Amedeo? E, soprattutto, in Rai c’è davvero censura?

Pio e Amedeo vs Fedez, scontro sulla censura

A sentir Fedez si direbbe di sì. Il celebre rapper milanese, coinvolto in questi giorni in una polemica con il duo comico pugliese Pio e Amedeo, lo ha evidenziato in occasione del Concertone del Primo Maggio. L’artista ha infatti stigmatizzato, esibendo le prove del caso, la richiesta dei vertici dell’azienda di “omettere i partiti e i nomi ed edulcorare il contenuto” del suo intervento, secondo il virgolettato del Corsera.

Ne è seguito un gran polverone. Un polverone politico, è bene chiarirlo. Riguardante il ddl Zan contro l’omotransfobia. Fedez si è più volte espresso a favore del provvedimento e proprio la sua dichiarazione sulla questione, in occasione del Concertone del Primo Maggio, sarebbe stata vagliata, per così dire, dai vertici Rai.

Rai censura Political24

Ma il duo pugliese Pio e Amedeo, già finito nella bufera per la serata finale dello show Felicissima sera, andato in onda su Canale 5 lo scorso aprile, ha pensato bene di dissare Fedez – ovvero attaccare, secondo il gergo tipico della musica rap – andando a smentirne le accuse. Cerchiamo di capire cosa è accaduto.

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Di libertà, anticonformismo e vendita dell’immagine

Se Pio e Amedeo sono su Rai1 in prima serata vuol dire realmente che la Rai è libera”, hanno dichiarato i due sul palco del Seat Music Awards condotto da Carlo Conti e Vanessa Incontrada. Parole dirette, dal palco Rai, in questi giorni, proprio contro Fedez. Accusato, in estrema sintesi, di approfittare della polemica per vendere i suoi prodotti, smalto per unghie compreso. Ma non è lo scopo di tutti gli artisti, Pio e Amedeo compresi, vendere la propria immagine? Perché senza il pubblico lo spettacolo – compreso quello di natura comica – non esisterebbe. L’artista milanese, in ogni caso, non ci ha pensato due volte a replicare in maniera caustica: “Spero un giorno di diventare un anticonformista rivoluzionario come voi”, ha detto.

Il riferimento è alla serata dello show Felicissima sera in cui Pio e Amedeo, per irridere il politicamente corretto e i suoi stereotipi, hanno pronunciato parole ritenute fuori luogo da una parte dell’opinione pubblica. “Nemmeno r…one si può dire più – commentarono i due tirando in ballo uno dei termini dispregiativi usati in maniera becera contro le persone omosessuali – ma è sempre l’intenzione il problema”. Una affermazione del tutto opinabile. Perché, appunto, il linguaggio è potente ed è piuttosto ingenuo pensare che siano solo le intenzioni il problema e non già anche l’uso delle parole. Che feriscono, penetrano nell’opinione pubblica, diventano arma e risorsa, pericolo e strumento.

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E allora il punto è proprio questo: dire r….one in tv significa essere liberi perché il linguaggio politically correct ha stufato, argomentare a favore del ddl Zan invece non va bene perché si finisce per trattare questioni politiche in assenza di contraddittorio? Sì, ok, si parla di due aziende differenti, Rai e Mediaset. Una pubblica, l’altra privata. Ma in entrambe si usa il medesimo idioma, l’italiano. E allora, probabilmente, l’unica censura dovrebbe essere proprio quella riguardante il sessismo, il razzismo, l’insulto gratuito, la violenza verbale. Che può mietere vittime. Specialmente se a esserne colpite sono persone in condizioni di vulnerabilità psicologica.

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