Bebe Vio, il dramma prima delle Olimpiadi | Poteva finire molto male

Bebe Vio è una campionessa mondiale di scherma, un’atleta insignita della medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Tokyo di quest’anno. Ma come mai ha delle cicatrici sul volto? Cosa le è successo ultimamente?

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Bebe Vio è un’atleta che ha vinto tutti i più importanti tornei di scherma. Di recente ha conquistato il suo secondo oro olimpico nel fioretto femminile. Si è trattato di un trionfo storico che le ha permesso di ripetete quanto accaduto nel 2016 a Rio.

La vittoria è stata particolarmente significativa per lei poiché ad Aprile ha avuto un’infezione da stafilococco, una cosa molto grave per la quale ha rischiato l’amputazione del braccio sinistro e persino la morte. Infatti nei ringraziamenti ha citato il personale che operandola e assistendola, le ha permesso di partecipare all’importante manifestazione sportiva.

Bebe Vio, i trionfi e i profondi segni sul volto

Bebe Vio, il cui vero nome è: Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio ha iniziato a praticare la scherma già a 5 anni. Nel 2012 ha partecipato come tedofora ai Giochi paralimpici di Londra, nel frattempo era già diventata campionessa italiana Under -20 e campionessa italiana assoluta. Il 2016 è stato un anno d’oro per lei, infatti ha vinto la medaglia d’oro ai Giochi Paralimpici di Rio De Janeiro.

In quello stesso anno ha posato per Anne Geddes per una campagna a favore della vaccinazione contro la meningite e a ottobre di quello stesso anno ha partecipato all’ultima cena offerta dall’amministrazione Obama alla Casa Bianca.Sempre molto determinata, questa ragazza è la dimostrazione che non bisogna mai arrendersi davanti alle difficoltà, anche quelle che sembrano insormontabili. “Se sembra impossibile allora si può fare ha dichiarato in occasione dell’ultima, meritatissima vittoria.

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Il momento che le ha cambiato la vita

Nel 2008 Bebe Vio frequentava le scuole elementari quando venne ricoverata in terapia intensiva presso l’ospedale di Padova con la diagnosi di meningite da meningococco C. La meningite era particolarmente acuta e in pochi giorni la ragazzina rischiò la vita. Per salvarla i medici le amputarono le gambe sotto le ginocchia e gli avambracci. La ragazzina dovette rimanere in ospedale per 104 giorni trascorrendoli tra terapia intensiva e chirurgia plastica.

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Da quell’esperienza le sono rimasti i segni che porta in volto e anche su altre parti del corpo. In una passata intervista a Fanpage ha dichiarato che le cicatrici fanno parte di lei e che se si trucca lo fa per coprire i brufoli ma non le cicatrici.

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