Vittorio Brumotti è uno storico inviato di Striscia la notizia, un impavido giornalista che non teme il pericolo pur di portare a casa i suoi servizi. Ma di quale rivelazione si parla?

Di recente Vittorio Brumotti è stato vittima di un’aggressione a San Severo, in provincia di Foggia, mentre lavorava su un servizio sullo spaccio di droga. Ad un tratto lo sportivo è stato circondato da un nutrito gruppo di persone che l’hanno picchiato, l’ha salvato solo l’aiuto degli agenti di polizia.
Ma quale verità è emersa di recente su di lui?
Vittorio Brumotti, da intrepido inviato a vittima
Ha iniziato a correre su due ruote fin da bambino e, col tempo, è entrato 10 volte nel Guinness dei Primati. Come noto è anche un determinato inviato del tg satirico di Antonio Ricci.
I telespettatori sono abituati a vedere Vittorio Brumotti nelle vesti di temerario cronista pronto a rischiare tutto pur di denunciare situazione scomode. Per questo motivo la rivelazione fatta a Verissimo l’anno scorso, ai microfoni di Silvia Toffanin, ha lasciato tutti di stucco. Ecco i dettagli.
Le incredibili sofferenze sulle sue spalle
L’inviato ha raccontato di essere stato vittima di gravi atti di bullismo. “Me ne hanno fatte di tutti i colori” ha dichiarato, aggiungendo che era lui contro nessuno. Il ciclista, in quell’occasione, ha ricordato la sua infanzia, di quando lui era un bimbo diverso da tutti i coetanei, sensibile, devoto ai genitori che si sacrificavano per lui.
Il piccolo Vittorio vedeva quanti sacrifici facessero i genitori per crescerlo e lui desiderava tanto aiutarli in qualche modo. Durante l’adolescenza però si sentiva emarginato, non riusciva a legare con i compagni che si facevano le canne. “Ero un po’ lo sfigato”, non parlava la stessa lingua da bad boy dei coetanei, amava invece la scuola e faceva il chierichetto.
Accortosi che i compagni di classe avevano preso di mira un alunno disabile, fino a piantargli un compasso nella mano, lui ha subito richiamato l’attenzione dell’insegnante, denunciando l’accaduto, ma attirandosi anche la vendetta degli altri studenti che iniziarono a prendersela anche con lui.
Una volta, quando per un certo periodo dovette usare le stampelle, i compagni si divertirono a lasciarlo incastrato con la cartella tra le porte del pullman in partenza. Oggi lui sorvola su queste cattiverie e prosegue con la sua vita e il suo brillante lavoro, forse è da queste passate esperienze che ha tratto l’energia e lo spirito che lo portano a prendere le parti dei più deboli anche da adulto.
